Il
celebrato autore del Werther ha un ruolo di grande rilievo presso la
corte di Weimar.
I suoi interessi
sono molteplici: oltre alla letteratura e all'arte gli stanno a cuore la politica
e la scienza.
Gli
incarichi di responsabilità non gli mancano [è ministro], né l'ammirazione
delle persone importanti dell'epoca... eppure non si sente appagato, il lavoro
è divenuto monotona routine, i rapporti interpersonali lo lasciano insoddisfatto.
Sente il tempo sfuggirgli di mano e forse anche l'ispirazione è stata travolta
dalla quotidianità. Si può parlare di crisi personale? Fatto sta, che senza
dire niente a nessuno, alle tre di notte del 3 settembre 1786 Goethe lascia tutto e se ne va. Si tratta di
una vera e propria fuga. La sua meta? L'Italia.
Il viaggio
Affrontare
un viaggio a quei tempi era impresa lunga, costosa e pericolosa. Il turismo era
ben lontano dall'essere il fenomeno di massa che conosciamo. Certo, i rampolli
dell'aristocrazia britannica avevano già inaugurato la moda del Grand Tour,
del viaggio in Europa e specialmente in Italia quale tappa fondamentale della
loro formazione, ma Goethe è un viaggiatore speciale.
Goethe e l'Italia
Goethe
è cresciuto con il mito dell'Italia, lo ha respirato in famiglia. Suo padre
Johann Caspar aveva compiuto nel 1740 un viaggio in Italia che lui stesso
racconta nel suo Viaggio per l'Italia, scritto in lingua italiana.
Anche Johann
Wolfgang conosce l'italiano, è un viaggiatore colto, affascinato dalla cultura
e dall'arte degli antichi e proprio questo viene a cercare al Sud.
Viaggia
sotto falso nome – vuole essere completamente libero –, prende appunti e
disegna. Solo molti anni più tardi, sulla base di questi schizzi, scriverà il Viaggio
in Italia, il libro che più di ogni altro ha fatto nascere in Germania
l'amore e il desiderio di conoscere il nostro Paese da vicino.
 |
Tornando a Goethe e al suo viaggio
Doveva
durare pochi mesi, durerà quasi due anni.
Goethe attraverserà
il Brennero giungendo a Verona e poi Padova, Venezia, fino a Roma, Napoli, la
Sicilia. Si accosterà ai luoghi ed alle persone con curiosità e desiderio di
ritrovare quello che doveva essere il rapporto puro e incontaminato tra uomo e
natura al tempo degli antichi.
|
Il libro
Vale
la pena sfogliare questo libro – piuttosto consistente in verità – anche oggi,
soffermandoci magari sui luoghi che conosciamo e che ci stanno a cuore. Alcuni
esempi? Il Lago di Garda incanta Goethe con la sua bellezza; l'Arena di Verona
è il primo importante monumento dei tempi antichi che Goethe incontrerà sul suo
cammino; a Vicenza ad ogni passo traspaiono l'emozione e l'entusiasmo per
Palladio; a Padova la palma di Goethe maestosa ed austera ancora accoglie i
visitatori dell'Orto Botanico. Vengono citate anche le colline intorno ad Este
a noi così familiari, ma è Roma la città che più di ogni altra ha conservato
l'essenza del tempo perfetto dell'antichità: qui Goethe può ammirare dal vero
ciò che conosceva da libri e stampe. E come non ricordare Palermo, con le sue
luci, i suoi colori, armonia perfetta tra cielo, mare e terra...
Goethe riprende a
scrivere, Goethe incontra l'amore, Goethe tornerà uomo nuovo e trasfigurato.
Le
sue impressioni e descrizioni non sono mai banali e – nonostante il fiorire di
libri di viaggio e guide di tutti i tipi – ancora efficaci. Non mancano nemmeno
critiche argute e pungenti. Lo so, nessuno di noi ha a disposizione due anni di
tempo – e relativi finanziamenti – per un viaggio, ma perché non recuperare un
po' di quella lentezza, di quella voglia di conoscere ed osservare? In fin dei
conti il Paese dove fioriscono i limoni fa parte del nostro vissuto, sta
a noi riconoscerne il fascino e fare in modo che non vada perduto mai.
Sara Sandrin
|